30.5.08

無花果の木


 友人のアスンタの家には、大きな無花果がある。この木の内側をのぞいてみると、その枝ぶりはとても不思議だ。幹から出ている最初の枝はかなり太い。そのまま真直ぐ左右に分かれていくのがふつうなのに、一本突然斜め後ろに捩れ、また前方に戻っている。捩れ折れた部分からは、もう一度ぐにゃりと斜めに枝が出ていて、なにやら苦しみもがきながら迷っているといった風情なのだ。いつのことか知らないが、この一メートル四方の空間で、この枝はどうやら迷いの境地にあったらしい。

 スケッチブックを持っていたので、この木の枝ぶりを描きとってみた。

 アスンタと彼女の弟には、長年親しくしていただいている。彼らと一緒にいると、時間の流れをこころの中に感じることができた。そんなふたりを女手ひとつで育ててきたお母さんが、こんな風に言った。

 「子どもたちには小さい頃から責任という課題を与えてやったの。どんなに時間がかかっても、ひとつひとつをきちんとやり遂げること。奇蹟などどこにもないのだから」

 彼女の言葉を聞きながら、スケッチした絵をいじっていると、絡まった枝から頭を垂れて祈るひとの姿が現れた。そのとき、奇蹟など起こらないというお母さんの姿が、無花果の姿に重なった。

Albero di fico

A casa di Assunta, c’è un albero di fico gigante che ha una forma estetica molto strana. Dal tronco distendono i rami primari molto grossi. Normalmente poi si dividono ai due lati, però un ramo all’improvviso, si torce di traverso all’indietro poi ritorna davanti. Dal punto di torsione, sporge un’altra volta di traverso tutto incurvato. Aveva un’aria di angoscia, tormentato da qualcosa. Non so quando, ne per quanto tempo, i rami del fico erano di uno stato d’animo insicuro in questo spazio di 1 metro quadrato.

Ho fatto gli schizzi dei rami sull’album da disegno.

Ho stretto rapporti di amicizia con Assunta e suo fratello. Quando sto insieme a loro, il tempo passa talmente piano che posso sentire anche il battito del cuore. La madre di loro due mi ha raccontato; ‘’sin da piccolo, ho dato a loro un compito, cioè la responsabilità e portare a termine ogni cosa, perchè non esiste il miracolo’’.

Mentre ascoltavo le sue parole, toccavo il disegno. Da un groviglio di rami, è apparso una persona incurvata, chinando la testa bassa. In quel momento, ho visto l’immagine della madre sulla figura del fico, ripetendo; ‘’il miracolo non esiste’’.

25.5.08

Eight Seasons/Gidon Kremer


 春が終わったと思うと、突然、激しく削り取るような音に変わった。聞き覚えのあるその曲は、ピアソラのCuatro estaciones porteñas。ヴィヴァルディとピアソラの四季を、クレーメルが季節をひとつずつずらしながら奏でていく。ヴィヴァルディの春の後にピアソラの夏、そしてヴィヴァルディの夏の次にピアソラの秋といった具合に。

 ヴェネチアに春が訪れる頃、ブエノスは秋になる。向こうが夏になる頃には、ここは本格的な冬の到来だ。クレーメルは二人の『四季』をそのまま春夏秋冬と追っていくが、ヴェネチアとブエノスの四季はまったく逆なのだ。ヴィヴァルディの春の後にピアソラの秋がきて、夏の後に冬があっても良かったかも知れない。

 ピアソラの春の終焉には、遠くからヴィヴァルディの光が射し込む。そこで初めて、ときの流れと永遠の回帰を感じさせる演出になっている。


La música, no como elemento de un diagrama o sofisticado tema de debate entre los especialistas sino como código espiritual(y fisico) de las longitudes de onda de la comunicación, apareció en el mundo antes que las palabras. ¿Qué más da, hoy en día, de qué tipo de música (o ruidos) se tratase? Probablemente esto sólo le importa a la ciencia y los cientificos. No hay manera ni ncesidad de etiquetarla, tal y como solemos hacer - por interés o razones económicas - con la mayoría de las cosas que vendemos. (Gidon Kremer)


Otto stagioni/Gidon Kremer

Finita ‘’la primavera’’, ha convertito il sonore a quello acuto e brusco. Era ‘’Cuatro estaciones porteñas’’ di Piazzolla ch’era per me familiare. Il violinista Kremer suonava ‘’Quattro stagioni’’ di Vivaldi e qualla di Piazzolla, spostando la stagione una ad una; dopo la primavera di Vivaldi, l’estate di Piazzola, l’estate di Vivaldi poi l’autunno di Piazzolla.

Quando arriva la primavera a Venezia, si fa sentire l’autunno a Buenos Aires. Annuncia l’arrivo dell’autunno a Buenos Aires, quando viene l’estate a Venezia. Kremer insegue ‘’Quattro stagioni’’ di due compositori, però la stagione è contraria tra i due emisferi. Avrebbe potuto suonare la primavera di Vivaldi poi l’autunno di Piazzolla, l’estate di Vivaldi poi l’inverno di Piazzolla.

Alla fine della primavera di Piazzolla, da lontano illumina la luce della musica di Vivaldi. Uno se ne acorge solamente lì dell’effetto scenico del ritorno infinito del tempo.

24.5.08

酔っぱらいの木




 「酔っぱらいの木」という変な名前の木が、ブエノスにはたくさん生えている。酒樽のような曲線からそう呼ばれるのか、酔っぱらいのお腹を思わせるからなのか、本当の由来は知らないけれど、とにかくその滑稽な姿にはこころが和む。



 木というのは、そこに生えたらもう動けない。じぶんで場所を決めるのか、それとも偶然の成りゆきなのか、与えられた場所は「そこ」なのだ。

 ひとが生まれてくるときも同じなのかも知れない。魂が生まれる先を選んでいるというひともいるけれど、生まれてきたらここだったと考える方が、わたしは自然だと思う。

 酔っぱらいの木は、ここで精一杯生きている。

 彼らは、おどけた表情でひとを笑わすピエロのようだ。寒い冬の公園で居眠りする浮浪者たちのよき話相手でもある。

 あのお腹の中にあるのは、楽しい物語でありますように。

Palo boracho

A Buenos Aires, ci sono tanti alberi di ‘’Palo boracho’’ che significa ‘’albero ubriaco’’. Non so perchè si chiama così; forse perchè ha la forma ricurva come una botte, oppure perchè sembra la pancia di un ubriaco. La sua figura buffa mi da allegria.

Un albero, una volta spuntato ad un posto, non si muove più. Chissà s’è lui che decide il posto per vivere o tutto per caso, comunque il posto dato per la sua vita è ‘’là’’.

Per un uomo, quando nasce, la stessa cosa. Sarebbe più naturale verificare e accettare l’origine della sua vita non prima ma dopo la sua nascita.

Gli alberi di ‘’Palo boracho’’ vivono là con tutte le proprie energie.

Sembrano un pagliaccio che ci toglie la tristezza facendo il buffone e fa compagnia ai vagabondi addormentati nei parchi.

I racconti che hanno ascoltato da questi uomini, siano gioiosi.

23.5.08

絵と旅立つ


 ある朝、タクシーから外を眺めていると、ふと一枚の絵が目に留まった。画廊のウィンドウから「わたしを見て」といわんばかりのふたつの花は、大きな目のようでもあった。

 そのとき、「わたしも描いてみようかな」と思った。

 友人にその話をすると、すぐに絵の先生を紹介してくれた。去年の三月のことだった。

 「気に入るかどうか、一度試してみたらどう?」

 絵の道具一式と描きたいもの(写真でもイメージでも)を持参するようにということだった。でも、どこを探しても、描きたいものは見つからない。雑誌の切り抜きや写真には、描きたいものはなかったからだ。わたしは、母の在所の古着屋で買った和服の切端を持っていくことにした。

 「直線にしたら?」と言われると、わたしは曲線を描き、「赤はどう?」と言われると緑にした。天邪鬼なのかも知れないけれど、じぶんが描きたいものは、「他のだれか」が描きたいものではないだろうと感じた。

 だいたいの下絵ができてしまうと、画布を家に持ち運んで作業をした。いろんなことを自由に試みながら絵とじっくり取組みたかったのだ。こうして、わたしは絵とともに旅に出るのが楽しくなった。これまで素通りしてきた風景をひとつひとつゆっくりと見つめるように、じぶんじしんの中を旅していった。


 そして、知らず知らずのうちに、最初の絵に託していた。

 「どんなに遠くからでも、わたしのこころが見えるように」と。


Sbarco con la pittura

Una mattina, guardando fuori dal taxi, mi ha attirato l’attenzione un quadro dalla vetrina di una galleria d’arte. Sembravano come se fossero gli occhi ben aperti, quei due fiori dipinti sul quadro e mi dicevano; ‘’guardami.’’

In quel momento, mi è nata la voglia di dipingere.

Appena saputo mia amica la storia del mattino, mi ha presentato una maestra di pittura dicendomi; ‘’prova a vedere solo se ti piace.’’ E’ stato a marzo 2007.

Con tutta l’attrezzatura e qualche immagine che mi piacerebbe dipingere, sia una foto che una figura, mi dovevo presentare all’atelier della maestra. Non sono riuscita ad incontrare nessun immagine per dipingere; non mi piaceva nessun ritaglio delle riviste, nè una fotografia. Ho deciso di portare i pezzi di kimono che avevo procurato da un negozio di abiti di seconda mano di paese natio di mia madre.

‘’Fai una linea diritta,’’ dice la maestra, poi facevo una curva, ‘’metti il rosso,’’ poi coloravo col verde. Una caparbia forse, però sapevo già dall’inizio che non dovrei essere influenzata da
qualcosa fatta da un’altra persona.

Una volta terminato grosso modo, portavo a casa la tela per darle i ritocchi finali. Volevo studiare liberamente, lottando con i colori e figure. Così è diventata la mia passione viaggiare con la pittura, guardando uno ad uno il paesaggio mentale che avevo lasciato passare senza fermarmi davanti.

E me ne sono accorta dopo, anch’io affidavo al mio primo quadro incoscientemente;

‘’Per quanto lontano, sia visibile il mio pensiero’’.